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Supportare il legame genitore-figlio in caso di separazione conflittuale: lo spazio neutro - PARTE II
Lavoro di équipe: assistente sociale, psicologo, educatore. Incontri: ricostruzione del legame, cooperazione tra genitori.
I professionisti coinvolti
Il servizio per il diritto di visita e di relazione coinvolge un’équipe professionale formata da uno psicologo, un assistente sociale ed un educatore: tutti i professionisti si coordinano tra loro.
All’assistente sociale è demandato un ruolo di coordinamento e gestione dello spazio- neutro; alla ricezione del dispositivo giudiziario, egli contatta e, successivamente, incontra i genitori del minore.
In primo luogo l’assistente sociale acquisirà informazioni sul nucleo, utilizzando le cartelle sociali già presenti presso il servizio; successivamente, egli avrà il compito di spiegare ad entrambi i genitori cosa accadrà durante gli incontri, la loro durata e l’obiettivo finale. Dopo l’incontro con i soggetti coinvolti, vi sarà un coordinamento con gli altri professionisti per presentare il nucleo e decidere quando realizzare gli incontri. Infine, egli è incaricato di relazionare all’Autorità Giudiziaria l’esito di quanto svolto.
Lo psicologo ha, invece, il compito di incontrare il minorenne protagonista degli incontri ed i genitori, separatamente; egli aiuterà gli adulti a comprendere il fine degli incontri e sosterrà entrambi in caso di difficoltà. L’incontro con il figlio, di solito, avviene in due volte: il primo appuntamento prevederà la figura del genitore affidatario, con cui il bambino convive e ha un forte legame affettivo, il secondo da solo; in entrambi il professionista ha il compito di aiutare, con modalità consone all’età del minorenne, quanto avverrà negli incontri ed il perché essi si stanno svolgendo; inoltre, si porrà come figura di riferimento per il bambino. I colloqui con lo psicologo continueranno per tutta la durata degli incontri; qualora vogliano, i soggetti coinvolti, prima o dopo la realizzazione dello spazio neutro, possono chiedere di parlare con il professionista.
L’educatore si occupa della parte operativa: egli aiuterà il genitore incontrante a decidere quali attività e giochi svolgere con il bambino, in relazione alla sua età. Si occuperà di relazionare all’assistente sociale coordinatore quanto avvenuto nell’incontro, comprese le modalità relazionali tra genitore- bambino e i sentimenti, le emozioni espresse da entrambi durante l’incontro.
L’equipe è sempre disponibile e presente per entrambi i genitori e in egual modo con il minorenne; in caso di problematiche, dubbi o difficoltà tutti i soggetti coinvolti possono contattare i professionisti o richiedere un incontro.
«Gli incontri protetti realizzati tramite il servizio per il diritto di visita e di relazione hanno, solitamente, una duplice finalità»
Le finalità degli incontri
Gli incontri protetti realizzati tramite il servizio per il diritto di visita e di relazione hanno, solitamente, una duplice finalità:
1. Tutelare il minorenne nell’incontro con il genitore non convivente, alla presenza del personale autorizzato alla vigilanza e osservazione relazionale;
2. Ricostruire la relazione genitore- figlio affinché essa possa procedere autonomamente senza la presenza degli operatori, qualora sia ritenuto che la suddetta non arrechi pregiudizi al minore coinvolto.
Nella prassi, il genitore incontrante è indirizzato, all’inizio o al termine degli incontri, dagli operatori alla creazione o ricostruzione di un legame con il bambino, affinché questi possano in futuro relazionarsi autonomamente. I professionisti danno consigli pratici su come porsi nei confronti del minore, in relazione all’età di quest’ultimo aiutando a comprendere quali giochi proporre o quali argomenti affrontare con il proprio figlio. Il genitore può, comunque, in ogni momento richiedere un consulto con gli operatori.
Il numero e la durata di ogni incontro è definito dall’Autorità Giudiziaria a cui l’Assistente Sociale referente per il servizio spazio neutro, relazionerà quanto accaduto negli incontri in concerto con l’educatore e lo psicologo. La relazione permetterà di comprendere se vi possa essere la possibilità di proseguire le relazioni genitore- figlio autonomamente.
Affinché la relazione possa evolversi ed il bambino possa acquisire fiducia nel genitore incontrante è importante che venga, al contempo, supportata la cooperazione tra le figure genitoriali. Infatti, soprattutto nei casi di separazione conflittuale, si propone anche la mediazione familiare tra i genitori volta, non a riconciliare gli stessi, bensì a supportare la collaborazione per evitare che il genitore affidatario possa ridurre la volontà del bambino a relazionarsi con il genitore incontrante.
Autore
Enzarosa Massaro
Dottore in Servizio Sociale
Laureata triennale in Servizio Sociale presso l' Università Federico II di Napoli
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